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Gruppo di ricerca di Geologia Stratigrafica e Sedimentologia

Componenti:

  • Luca ALDEGA
  • Marco BRANDANO
  • Daniele CASALBORE
  • Francesco Latino CHIOCCI
  • Simone FABBI
  • Salvatore MILLI
  • Massimo SANTANTONIO
  • Daniele SPATOLA

Tematiche:Sismostratigrafia ad alta risoluzione della piattafome continentale del Lazio

La maggior parte delle rocce affioranti sulla superficie terrestre si sono formate tramite processi sedimentari; le ricerche in geologia del sedimentario si occupano di studiare i depositi, la paleogeografia ed il paleoambiente, nonchè a definire i caratteri e le geometrie di queste successioni nel sottosuolo, le quali spesso ospitano rilevanti georisorse (acquiferi, idrocarburi, inerti, depositi minerari sedimentari); tali ricerche rivestono, inoltre, un ruolo importante per la mitigazione di numerosi georischi (frane, sinkhole, effetti di amplificazione sismica locale). 

Ricostruzione schematica del margine nord-occidentale, sepolto, della Piattaforma Apula nell’intervallo Giurassico-Cretacico inferiore. L’esistenza di una piattaforma carbonatica pelagica (“Elsa PCP”) determinava da un lato l’accumulo di depositi provenienti dalla Piattaforma Apula entro uno spazio confinato, mentre dal lato opposto schermava un bacino dall’arrivo del materiale risedimentato, producendo una successione di pure pelagiti.

 

 

 

Gli afferenti al gruppo coprono una grande varietà di ricerche tematiche, dal rilevamento geologico alla geologia dei carbonati, dalle ricostruzioni paleoclimatiche alla stratigrafia sequenziale delle successioni quaternarie, dai depositi torbiditici alla ricostruzione dell’evoluzione termica dei bacini sedimentari, a diversi campi della geologia marina. 

 

Evoluzione schematica del seppellimento ed esumazione dei Monti Peloritani dal Miocene medioNel gruppo sono presenti eccellenze scientifiche ed organizzative tra le quali due coordinatori nazionali di sezioni della Società Geologica Italiana (di geologia del sedimentario e di geologia marina), responsabili di Centri di Competenza della Protezione Civile, responsabili di progetti di ricerca nazionali ed internazionali, dell’organizzazione dei più importanti congressi internazionali nel settore della geologia del sedimentario, di Summer Schools in sedimentologia, della direzione di riviste scientifiche (si vedano i CV personali per approfondimenti).

 

 

 

Depositi torbiditici canalizzati
Canyon sottomarini di Gioia (a destra) e Mesima (a sinistra) sulla scarpata continentale calabro-tirrenica

 

Comparazione delle curve isotopiche mioceniche tra sezioni di piattaforma carbonatica (Laziale-Abruzzese e Apula) e sezioni di bacino (Umbria Marche)

 


(1) [...] All’interno del margine continentale si riconoscono altre unconformity pleistoceniche  (e le loro superfici di conformità correlate) relative ai cicli glacio-eustatici di 4° ordine (MIS 8, 10,12 e 14). Si osservi la subsidenza crescente verso il ciglio della piattaforma e la presenza di terrazzi deposizionali di basso stazionamento ai paleocigli di piattaforma.

(2) [...]  Acronimi: Pl-Q—depositi del Pliocene-Quaternario; Ref—Flysch di Reitano; SAW—unità Sicilidi; Sm—depositi silicoclastici Serravalliano-Messiniani; AS—unità Antisicilide; CF—Calcareniti di Floresta; SCO—Formazione di Stilo-Capo d’Orlando; Zona Interna (unità dall’alto verso il basso): Asu—Unità Apromonte; Meu—unità Mela; Piu—unità Piraino; Mau—unità Mandanici; Alu—unità Alì-Montagnareale; Fou—unità Fondachelli; LTu—unità Longi-Taormina. Zona esterna: SM—Maghrebidi.

(3) [...]  Le età associate alle curve isotopiche sono state calibrate con la GTS 2004.  Il quadro cronostratigrafico relativo alla sezione Moria si basa sulla magnetostratigrafia e biostratigrafia da Di Stefano et al (2015); Il quadro cronostratigrafico relativo alla sezione Pietrasecca si basa sulla stratigrafia del Sr. I valori del rapporto 87Sr⁄86Sr sono stati convertiti in età utilizzando Howarth & McArthur (1997), versione 4B: 08 ⁄ 04. Il quadro stratigrafico della sezione San Bartolomeo-Orta si basa sui dati biostratigrafici a nannofossili (da Brandano et al., 2016),  e riferiti allo schema stratigrafico di Backmann et al. (2012).